Staminali: nuova tecnica accresce cellule cordonali

(AGI) – Washington, 10 dic. – Un nuovo studio del Loyola University Medical Center ha trovato che crescere cellule staminali provenienti dal sangue di cordoni ombelicali in laboratorio e poi trapiantarli nei pazienti con cancro al sangue aumenta significativamente la loro sopravvivenza. I risultati dello studio sono stati presentati durante il meeting annuale della American Society of Hematology. Donare il sangue del cordone ombelicale, contenente cellule staminali, potrebbe dunque salvare le vite di pazienti con leucemia, linfoma e altri tumori del sangue. La ricerca ha esaminato l’efficacia di una nuova tecnologia, chiamata StemEx, che sviluppa cellule staminali da cordone ombelicale in laboratorio: dopo 21 giorni, c’e’ una disponibilita’ di cellule staminali pronte per il trapianto maggiore di 14 volte rispetto ai metodi utilizzati finora. Lo studio ha coinvolto 25 centri in Stati Uniti, Israele e Europa e le staminali sono state usate in 101 trapianti per leucemia oppure linfoma .

Articolo tratto da http://salute.aduc.it

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Cancro, “Cellule staminali riparano intestino dopo chemioterapia”

Lo spiegano gli scienziati della University of Michigan in uno studio pubblicato su Nature. In un esperimento sui topi hanno scoperto un meccanismo per preservare stomaco e intestino dagli effetti collaterali dei trattamentii. Dal 50% al 75% dei topi sono sopravvissuti a dosi di chemioterapici che, normalmente, sarebbero stati letali Mantenendo in salute il tratto gastro-intestinale dei pazienti che effettuano radio e chemioterapia grazie all’uso di cellule staminali, la sopravvivenza dei malati cresce in maniera esponenziale. Lo spiegano scienziati della University of Michigan in uno studio pubblicato su Nature.
Gli scienziati, in un esperimento sui topi, hanno scoperto un meccanismo biologico per preservare stomaco e intestino dagli effetti collaterali dei trattamenti antitumorali. “Siamo convinti che questo potrebbe eventualmente curare il cancro nello stadio tardivo, già metastizzato”, afferma il ricercatore Jian-Guo Jeng. Gli scienziati hanno scoperto che quando alcune proteine si legano ad una specifica molecola sulle cellule staminali intestinali, le staminali cominciano a rigenerare e riparare naturalmente il tessuto intestinale danneggiato.
Il problema è che la quantità di staminali normalmente presenti nell’intestino non è sufficiente a correggere i massivi effetti collaterali delle terapie contro il cancro, ma con una quantità ‘extra’ di cellule staminali il corpo può svolgere importanti funzioni vitali, evitando ad esempio che le tossine batteriche presenti nell’intestino entrino nella circolazione sanguigna. Ciò potrebbe consentire al paziente di sopravvivere più a lungo permettendo a chemio e radioterapia di sconfiggere la malattia. Nello studio, dal 50% al 75% dei topi sono sopravvissuti a dosi di chemioterapici che, normalmente, sarebbero stati letali. Il segreto per combattere il cancro in maniera più efficace potrebbe essere rendere il paziente più resistente contro gli effetti collaterali delle cure, consentendo anche di usare dosaggi di chemio e radioterapici che altrimenti sarebbero letali.

Articolo tratto da www.ilfattoquotidiano.it

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USA – Staminali. Cellule pancreas possono tornare a stadio multipotente

Le cellule del pancreas possono tornare allo stadio staminale di multipotenza e rimpiazzare quelle danneggiate da malattie come il diabete. La ricerca dela Vanderbilt University sembra dunque offrire una risposta positiva alla controversa questione, almeno in modello di lesioni pancreatiche nei topi.
Gli scienziati hanno mostrato che il fattore di trascrizione Ptf1a, espresso nelle cellule pancreatiche Mpc (multipotent progenitor cell), e’ in grado di portare cellule mature di un certo tipo (le cellule acinari) in uno stadio di multipotenza e di trasformarle successivamente in cellule capaci di secernere insulina, utili ai pazienti che hanno il pancreas danneggiato dal diabete. L’abbondanza di queste cellule acinari nel pancreas potrebbe portare a promettenti bersagli terapeutici per una riprogrammazione controllata all’interno dello stesso organo del paziente.

Articolo tratto da http://salute.aduc.it

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Buone notizie dal Giappone: “Le staminali adulte non sono soggette a rigetto”

Le cellule staminali rappresentano una delle più grandi speranza in campo medico, ma, almeno per quanto riguarda quelle adulte, in passato gli entusiasmi sono stati raffreddati da una serie di studi che mettevano in guardia contro il rischio di rigetto. Dal Giappone, però, vengono adesso notizie più rassicuranti: un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Scienze Radiologiche di Chiba è riuscito a produrre pelle e midollo osseo da staminali adulte di topo, riprogrammate e trapiantate in animali geneticamente uguali, senza che queste scatenassero forti reazioni immunitarie.
Lo studio, pubblicato su Nature, si è concentrato sulle cellule staminali pluripotenti indotte, note come iPSC, e smentirebbe le precedenti ricerche secondo le quali il rigetto del sistema immunitario vanificherebbe il trapianto, rendendo così inutile il trattamento. Le iPSC sono cellule derivanti da un’altra non pluripotente, ossia cellule adulte riprogrammate per riportarle ad uno stato simile a quello embrionale.
Le cellule staminali del tipo di quelle studiate in Giappone, le iPSC, sono balzate alla ribalta nel 2006 e hanno permesso al loro scopritore, Shinya Yamanaka, di conquistare pochi mesi fa il Nobel per la Medicina. Tali cellule si ricavano dal corpo stesso del paziente affetto da una malattia o da una lesione e sono fatte crescere in laboratorio, per poi essere reinserite nel tessuto d’origine. Si assumeva, pertanto, che non sarebbero state interessate da processi di rigetto come invece capita nei trapianti di organi.

All’epoca la scoperta aveva suscitato enorme scalpore, in quanto consentiva di superare i problemi etici legati all’uso delle cellule staminali embrionali e rendeva possibile produrre linee cellulari compatibili con ogni paziente. Ma l’ottimismo si è ridimensionato quando Yang Xu, immunologo della University of California di San Diego, dimostrò che le iPSC potevano scatenare una reazione immunitaria potenzialmente pericolosa.
Il gruppo di scienziati dell’Istituto Nazionale di Scienze Radiologiche di Chiba, coordinato da Masumi Abe, ha sostanzialmente ripetuto gli stessi esperimenti di allora, ma con maggiore accuratezza – grazie all’utilizzo di molte più linee cellulari staminali embrionali e molte più cellule pluripotenti indotte -, arrivando così a una conclusione totalmente opposta. La nuovo ricerca ha una grossa importanza, poiché inizia a fare chiarezza su un eventuale rigetto delle cellule staminali pluripotenti indotte nonostante queste contengano materiale genetico identico a quello dell’ospite.
Abe e il suo gruppo di lavoro sono partiti dimostrando che tanto le cellule staminali embrionali quanto quelle pluripotenti indotte sono in grado di produrre teratomi (tumori che contengono molte tipologie cellulari) se trapiantate in topi geneticamente uguali, ma senza nessun segno di rigetto. Tra l’altro, tali teratomi, sui quali Xu si era concentrato, non avrebbero secondo Abe alcun peso clinico e il nuovo studio si è dunque focalizzato sull’effetto delle cellule differenziate.
Gli scienziati hanno fuso le iPSC con staminali embrionali, iniettandole poi in embrioni di topo. Dopodiché hanno trapiantato la pelle e il midollo osseo di questi animali in altri topi geneticamente uguali. In entrambi i casi il trapianto ha avuto successo e a distanza di mesi non si è scatenato alcun tipo di rigetto. Xu ha però espresso scetticismo riguardo allo studio proveniente dal Giappone, facendo intendere che il dibattito scientifico in merito è tutt’altro che chiuso.

Articolo tratto da http://www.universita.it

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Staminali per organi in provetta, la tecnica è antirigetto

Roma, 19 marzo 2012 – Ricostruire organi interi a partire da cellule staminali prelevate dallo stesso paziente. In futuro potrebbe essere possibile, anche con tessuti e organi più complessi, grazie a una tecnica messa a punto dall’italiano Paolo Macchiarini e pubblicata su Lancet che si basa sull’impianto di staminali su un’impalcatura di tessuto decellularizzato per permettere alle baby-cellule prelevate dallo stesso paziente di attecchire.

Macchiarini che ha già sperimentato questo procedimento nell’impianto di due trachee – una delle quali nel 2008 a Barcellona fece molto scalpore a livello internazionale -, dice che in futuro lo stesso metodo potrebbe essere utilizzato per avere organi complessi se si riusciranno a risolvere alcuni problemi aperti, come “l’identificazione delle cellule staminali ottimali da usare per i diversi organi e dei metodi per la ricellularizzazione delle strutture vascolari per gli organi interi”. Superati questi limiti si potrebbero avere organi per i trapianti come fegato, polmoni, cuore senza più liste d’attesa e soprattutto senza rischio di rigetto, perché ottenuti da cellule adulte dello stesso paziente.

Per Macchiarini la strada verso organi interi e tessuti complessi è segnata, e risultati positivi sono stati riportati anche “per tessuti una volta considerati impossibili da ricostruire, come pancreas, cervello e occhi”.

Programma di Screening Neonatale

Cari Genitori,
nei primi giorni della sua vita il Vostro bambino verrà esaminato da medici ed infermieri, che provvederanno inoltre ad eseguire un prelievo del suo sangue. Una porzione di questo sangue potrà essere utilizzata per lo screening delle malattie ereditarie.

Nonostante al giorno d’oggi sia possibile rilevare più di 50 patologie ereditarie,  in ospedale vengono normalmente testate solo 4 di esse, le più frequenti in Italia.

Anche se rare, tuttavia, le malattie ereditarie metaboliche sono condizioni patologiche molto serie e possono avere complicazioni gravi. Malattie ereditarie che non vengono diagnosticate fino alla comparsa dei sintomi possono causare infatti complicazioni nel corso della vita, inclusi ritardi mentali, problemi motori e fisici. Alcuni possono addirittura portare a morte. I neonati che, analizzati molto presto, dimostrano la presenza di una di queste patologie, possono ricevere un trattamento prima dello sviluppo dei sintomi. Questi bambini possono condurre una vita sana e normale come risultato della diagnosi precoce.
NeoScreening® è uno dei più completi programmi di screening neonatale oggi disponibili. Grazie ad un accordo tra InnovaStem S.r.l., Nila Biotech S.r.l. e Screening Labor Hannover, laboratorio tedesco leader in questo settore a livello mondiale, NeoScreening® è disponibile in Italia.

Il kit NeoScreening® contiene tutte le informazioni ed il materiale necessario per poter eseguire il test. Il kit dovrà essere portato in ospedale e dovrà essere consegnato al personale medico o infermieristico dopo la nascita del bambino. Il personale dell’ospedale provvederà quindi a praticare una semplice puntura del tallone del bimbo per raccoglierne un piccolo campione di sangue capillare tra le 24 e le 48 ore dopo la sua nascita.

Il campione, inserito all’interno dell’involucro precompilato, viene inviato ai laboratori di Screening Labor Hannover per l’esecuzione dell’esame. Il campione di sangue può anche essere raccolto alla prima visita dal medico pediatra dopo che il bambino sarà già tornato a casa, anche se è preferibile eseguire il prelievo quanto prima possibile.
Lo screening neonatale è una nuova procedura?

No. Dal 1992 vi è l’obbligatorietà su tutto il territorio nazionale di sottoporre i neonati, entro le prime 48 ore dalla nascita, ad un prelievo del sangue per verificare precocemente la presenza di alcune malattie metaboliche.

Cosa sono le malattie metaboliche e quelle ereditarie?

Le malattie metaboliche ed altre malattie ereditarie comportano difetti nella chimica dell’organismo. Per esempio, le malattie metaboliche possono provocare nei nuovi nati problemi nel processamento del cibo mettendoli a rischio di complicazioni gravi per la loro salute come ritardi mentali, ritardi di sviluppo, coma ed a volte morte.

Quante malattie possono essere individuate con NeoScreening®?

Attualmente in Italia lo screening neonatale è eseguito per legge in tutti gli ospedali unicamente per 4 malattie: la fenilchetonuria, l’ ipotiroidismo congenito, la fibrosi cistica, la galattosemia.

NeoScreening® può identificare più di 60 malattie ereditarie inclusa la fibrosi cistica o l’iperplasia adrenale congenita come altre patologie meno conosciute.

Se mio figlio ha più di 3 mesi di età può essere ugualmente testato?
Si. Basta mettersi in contatto con InnovaStem S.r.l.